Un esposto per apologia di fascismo è stato presentato contro Francesco Polacchi, esponente di CasaPound ed editore di Altaforte.
Sono stati Sergio Chiamparino e la sindaca di Torino, Appendino ad offrire una possibile via d’uscita
alle polemiche e alle rotture di questi giorni.
Sulle polemiche che infiammano il Salone del libro sono intervenute ieri sia la Cgil nazionale, sia il sindacato dei lavoratori della comunicazione, la Slc: “Non si permetta a un’organizzazione che si ispira al fascismo di essere in un luogo dedicato alla libertà e alla democrazia – dicono Cgil e Slc – La partecipazione al Salone del Libro di Torino della casa editrice Altaforte collegata a Casa Pound, il cui titolare ha rilasciato dichiarazioni e interviste in cui ha affermato ‘L’antifascismo è il vero male di questo Paese è un po’ di dittatura non fa male’, è davvero paradossale in una manifestazione dedicata ai libri, alla diffusione della cultura e dei valori democratici”.
“La democrazia – prosegue la nota – si alimenta del rispetto della Carta costituzionale che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. La democrazia, inoltre, contempla il confronto tra posizioni diverse, ma non lo sfregio di chi, da allora ad oggi, sostanzia i valori su cui la nostra Repubblica è stata fondata e che sono ancora ben validi e radicati”.
“Ci auguriamo – concludono Cgil e Slc – che il Salone del libro, tanto più nel centenario della nascita di Primo Levi, compia un importante passo avanti e ponga nel proprio statuto e regolamento di selezione l’automatica esclusione di case editrici o di autori che si riferiscono ad ideologie che hanno lacerato il Paese e disconoscono la Costituzione”.
Ecco il commento di Marco Revelli: “Un macigno che pesa sulla Politica”. “La presenza fascista nella più importante manifestazione editoriale italiana – scrive il sociologo – non è un fatto culturale. E’ un oltraggio alla cultura”