Oggi 20 maggio 2020 la legge 300/70 “STATUTO DEI DIRITTI DEI LAVORATORI” compie 50 anni.

Cinquant’anni fa il Parlamento Italiano approvava la legge 300 meglio conosciuta come “STATUTO DEI DIRITTI DEI LAVORATORI”, frutto delle lotte e dei sacrifici di un’intera generazione di lavoratrici e di lavoratori!

Recenti modifiche di legge e le mutate condizioni lavorative lo hanno reso meno efficace nel difendere le persone che lavorano e che di fronte al potere delle imprese e dei lavoratori sono più deboli nel far valere i propri diritti umani: salariali, culturali e di salute.

La CGIL ha elaborato e presentato e raccolto le firme per la “Carta dei diritti universali del lavoro”. Questo è il nome di una proposta per un nuovo statuto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Il carattere universale dei diritti è in effetti una delle novità più importanti della proposta, che si apre con una prima sezione, di 26 articoli, che fissa diritti fondamentali che si dovranno applicare a tutte le persone che lavorano, con qualsiasi tipologia contrattuale: dunque non soltanto lavoratori dipendenti, ma anche autonomi continuativi od occasionali, “partite Iva”, lavoratori associati, tirocinanti, lavoratori socialmente utili. Nel catalogo dei diritti, a fianco di disposizioni più tradizionali, si rinvengono anche diritti nuovi, o riformulati in vista di una loro maggiore effettività (tra cui, ad esempio, il diritto a condizioni di lavoro chiare e trasparenti, sicure, a un compenso equo, alla dignità e riservatezza, a soluzioni ragionevoli per le condizioni di disabilità o di malattia di lunga durata, ecc.).

L’impianto della Carta si sviluppa con le nuove regole del diritto sindacale, che puntano ad attuare gli articoli 39 e 46 della Costituzione, TRA I VARI TEMI:

democrazia sindacale, misura della rappresentatività, contratti collettivi con efficacia generale, istituti di partecipazione e controllo sulla vita dell’impresa.

riforma dei contratti e dei rapporti di lavoro, con disposizioni che anche in questo caso allargano il proprio campo di applicazione oltre la classica figura di lavoratore subordinato, estendendo la gran parte delle tutele anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e ai rapporti di lavoro autonomo in condizione di dipendenza economica. Vengono dunque rafforzati i diritti dei lavoratori in apprendistato, assunti a termine e somministrati, a tempo parziale.

sui licenziamenti viene completamente rivista la più recente legislazione, tornando a mettere al centro del regime sanzionatorio la reintegrazione nel posto di lavoro e abrogando tout court il c.d. contratto a tutele crescenti: non è solo un ritorno al passato, ma un’impostazione forte e innovativa, caratterizzata anche dall’estensione delle tutele contro il licenziamento ingiustificato a tutti i lavoratori, senza più distinguere in base alla dimensione dell’impresa (salva la possibilità per il giudice, solo per le imprese fino a 5 dipendenti, di modulare la sanzione tra reintegrazione e risarcimento del danno).

 

E’ tempo che il Sindacato tutto, unitariamente affronti questo tema e ne riaffermi l’urgenza