“Il reddito di cittadinanza e quota 100 ci dicono che non c’è una risposta sul tema degli investimenti e della creazione di lavoro. Se poi lo unisco alle clausole di salvaguardia, direi che le prospettive per il Paese sono al minimo della sussistenza, alla logica del pane e acqua rispetto alle risposte che sarebbero necessarie”.
A dirlo è stata il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, commentando i provvedimenti varati dal governo giallo-verde. “Se poi consideriamo anche il calo della produzione industriale, direi che siamo in una fase delicata di arretramento. Si tratta di una manovra totalmente ciclica, che crea stagnazione, invece che contrastarla“.
Intervenendo poi nello specifico provvedimento relativo a “quota 100”, Susanna Camusso ha rimarcato che “la dinamica di quota 100 nel pubblico impiego, mantenendo il blocco ai nuovi ingressi a novembre, significa che siamo di fronte a una grande operazione di riduzione del personale della pubblica amministrazione, in particolare nella sanità, che ha già una grave difficoltà di organico”.
Riguardo il reddito di cittadinanza, Camusso ha evidenziato che è “uno strumento complicatissimo, che non include le marginalità e le povertà“, sottolineando anche che lo strumento rivela “un atteggiamento che dovrebbe preoccupare tutti, quello cioè di utilizzare l’erogazione di una misura assistenziale per determinare modelli di comportamento delle persone, che non è un modo per affrontare il tema della libertà e delle diversità”.