In questi giorni si parla molto di Europa, oggetto anche di molte critiche da parte del nostro Governo.

Tra polemiche  e critiche è apparsa anche la provocazione di bloccare i  contributi che il nostro Paese, come tutte  le altre Nazioni dell’Unione, versano nelle casse del Bilancio Comunitario.

“Il Sole 24 Ore”,  del 3 settembre scorso, ha pubblicato un interessante articolo che analizza, attraverso la lettura del Bilancio Europeo, il flusso delle risorse economiche che i Paesi membri versano come contribuzione, risorse  che poi vengono redistribuite ai vari Stati attraverso i singoli Programmi Europei: si va dal finanziamento dei “grandi progetti infrastrutturali”, al “programma per l’occupazione e l’innovazione sociale”, dal  “fondo di garanzia europeo per l’agricoltura”, alla “cooperazione territoriale europea”,  al “fondo per l’asilo, le migrazioni e l’integrazione”, ecc..

L’Italia si posiziona al terzo posto nella classifica dei maggiori contributori al bilancio comunitario, con 13 miliardi/anno, davanti al Regno Unito, quarto in questa classifica,  con Francia e Germania che sono i maggiori contribuenti della UE.

La Francia con 13,5 miliardi è il Paese che riceve i maggiori finanziamenti dall’UE, a ruota la Polonia con 11.9 mld, la Germania con 10,9 mld e, al quarto posto,  la nostra Italia con 9.8 mld.

La cosa interessante è notare cosa capita, nel saldo tra dare e avere, a livello di singolo contribuente: gli svedesi sono i cittadini europei che nel conteggio hanno un saldo negativo, cioè versano più di quello che ricevono, di – 112,6 euro; seguono: tedeschi (- 104,9), danesi (-81,4), austriaci (- 78,2), i cittadini britannici (-64,6), gli abitanti dei Paesi Bassi (- 56,6), i francesi (-40, 7) e poi noi italiani con – 36,4 euro.

Tra i cittadini che beneficiano della solidarietà europea, stabilita dai Trattati UE, spiccano i cittadini degli Stati reduci dai programmi di salvataggio (greci con + 360,5 euro, portoghesi con 252,3, irlandesi con + 8,6) e gli abitanti dei Paesi dell’Est, ultimi arrivati nell’Unione.

Fa meditare il fatto che alcuni di questi Paesi , i Paesi del Visegrad,  che  stanno alzando muri per difendersi dai migranti, che  rifiutano qualsiasi politica di redistribuzione delle persone che fuggono dalle guerre e dalla povertà, siano tra i maggiori beneficiari della solidarietà garantita dal bilancio UE: gli slovacchi acquisiscono un saldo positivo di + 192,4 euro, i cechi + 246,9, i polacchi +233,7 e gli ungheresi + 329,5.

I cittadini più beneficiati, diciamo da quasi fuori classifica,  sono i lussemburghesi che sommano un saldo di + 2.573 euro, ma qui pesa il fatto che quel Paese non superi i 600.000 abitanti.

Interessante anche scorrere la situazione dei singoli programmi europei, cioè lo strumento che determina il ritorno delle risorse del bilancio europeo verso i vari Paesi; l’Italia svetta nella classifica dei beneficiari in 13 grandi capitoli di spesa, su 19,  dei Programmi europei: siamo primi beneficiari del “fondo per l’asilo, le migrazioni e l’integrazione” e siamo sul podio sia per le risorse destinate ai”grandi progetti infrastrutturali”, sia nel programma per “la competitività delle imprese”, mentre negli altri programmi  ci troviamo tra il quarto e l’ottavo posto della classifica dei Paesi che ricevono risorse dal bilancio UE.

Un po’ di verità sul bilancio europeo fa bene a tutti.

 

Franco Seren Rosso – segreteria SPI/CGIL Torino