SINISTRA E DESTRA NON SONO UGUALI

E’ utile ribadirlo nei giorni che ci separano da un appuntamento elettorale estremamente importante per il paese, per le persone che rappresentiamo, anche per un sindacato come il nostro.
Qui non si tratta di schierarsi con questo o quel partito ma di ribadire la nostra appartenenza ai valori della sinistra.
Perchè quello che propone la destra è alternativo a quello in cui crediamo:
– la solidarietà infatti è alternativa all’individualismo
– il welfare pubblico è alternativo a quello privato
– la progressività fiscale è alternativa alla flat tax
– l’uguaglianza è alternativa alla competizione.

Il rapporto con la politica è del tutto necessario e non possiamo essere avulsi o indifferenti da quello che succede.
Nell’intervento del Segretario generale nazionale dello SPI Cgil,  Ivan Pedretti ha provato a dirlo nel modo più semplice possibile.

Queste le sue parole, contenute in un video dal titolo “Sinistra e destra non sono uguali” diffuso sui mezzi di comunicazione digitale del Sindacato:

“Il confronto con la politica è del tutto necessario e non possiamo essere né avulsi né indifferenti a quello che succede nella politica.
Il mio tema non è quello di dire che sono un sindacato di sinistra perché voto il Pd, Leu, qualcuno i Cinque Stelle o Sinistra italiana. No!
Il mio tema è che sono un sindacato di sinistra determinato dai valori della mia organizzazione. Perché io sono di sinistra. La Cgil è di sinistra.
Perché la solidarietà è alternativa all’individualismo. Perché i servizi sociali presuppongono un mercato del lavoro democratico. Perché l’uguaglianza non è solo competizione. Perché il welfare state non è un bonus.
Io non credo al Presidenzialismo. Non ho una questione ideologica contro.
Non mi convince che la risposta alla crisi di questo paese sia il Presidenzialismo.
Avremmo bisogno di più partecipazione.
Il taglio dei parlamentari lo scopriremo tra poco quanto sarà stato negativo.
Ma quanti parlamentari c’avremo lì disponibili ad affrontare le leggi sociali?
Non lo so. Ho provato a fare un po’ di conti e non vanno molto lontano.
Non è un problema di compatibilità o di non autonomia ma della possibilità di incardinare riforme che trovano una risposta istituzionale e qualcuno le deve assumere.
È qui che sta il rapporto anche complicato con la politica.
Se mi togli il welfare per il bonus sei alternativo a me.
Non perché sei brutto e cattivo ma perché politicamente sei alternativo a me.
Se pensi alla flat tax e io alla fiscalità progressiva sei alternativo a me, bello o brutto che sei.
Questa cosa devo essere in grado di dirla a quei milioni di lavoratori e pensionati che rappresento. Storceranno il naso? Probabilmente sì!
Ma che dopo la Lega ora un pezzo fondamentale degli iscritti alla Cgil sta su Fratelli d’Italia a me dà fastidio. Non so come dirla ma non mi piace.
E se posso contrastarla la contrasto”.