“Torino ha cercato di reinventarsi nel cambiamento con la giunta del Movimento 5 stelle. Queste, almeno erano le intenzioni iniziali del sindaco in carica, perché nella realtà la mia città è ferma, ingessata, uscita dai circuiti internazionali, stanno diminuendo i servizi sociali, e non ha futuro, avendo detto no a tutti i grandi progetti, come la Tav, le Olimpiadi ecc. Alle spalle c’è un governo giallo-verde-nero, perché non va dimenticato l’appoggio dei fascisti di Fratelli d’Italia. Siamo passati dalla vecchia politica al sovranismo, al populismo, al ‘prima gli italiani’. L’inizio di una rivoluzione? No, piuttosto l’affermazione di una grande contraddizione. La guida di un Paese non è come giocare a Monopoli. Abbiamo imboccato una strada pericolosa, contrassegnata da una forte regressione dell’economia e del lavoro e nel contempo sta arretrando anche la democrazia”. Così Assunta De Caro, delegata Spi Cgil Torino, intervenuta al XVIII congresso nazionale di Bari.
“I pensionati hanno dato un primo segnale di risveglio con le loro manifestazioni. Se un giovane è povero e disoccupato può sempre sperare di cambiare la propria vita, ma un anziano non ha davanti le stesse speranze di cambiamento. È bisognoso di sostegno, ma non si pensa al contributo che ha dato e che continua a dare alla famiglia, alla società, con la sua grande ricchezza dettata dal patrimonio di conoscenze accumulate durante la vita e il loro sostegno alle famiglie in difficoltà economiche. Come Spi, portiamo al congresso tutte le problematiche che riguardano l’invecchiamento. Una combinazione che contrasta con la denatalità delle giovani coppie. È una sfida che riguarda tutti, a cominciare dalla tenuta delle pensioni, al riconoscimento della non autosufficienza, dove chiediamo una legge apposita, accompagnata da investimenti sulla sanità, rilanciando le grandi conquiste degli anni 70, come il Servizio sanitario nazionale con la legge 833, e poi la legge 194 e la legge Basaglia”, ha proseguito la delegata.
“Che fare? Finisco, rivolgendomi al futuro segretario generale della Cgil, e qui mi permetto di portare non solo il mio pensiero, ma quello delle tante iscritte e iscritti che qui rappresento. Chiediamo di essere valorizzati, e se dobbiamo cambiare, come cambiare; chiediamo di mettere in pratica il Piano del lavoro, la Carta dei diritti e tutte le grandi istanze che abbiamo avviato negli ultimi tempi. Ma per fare tutto ciò, serve la confederalità, più unità interna, serve più contrattazione sociale, serve il supporto dello Spi e la manifestazione del 9 febbraio dovrà segnare l’inizio di una stagione di nuove lotte e conquiste. Gli anziani sono una grande risorsa e non un peso. Sono soddisfatta che il lavoro profuso dal gruppo dirigente abbia finalmente trovato un accordo unitario, che riguarda tutti e ognuno di noi. È la risposta giusta da dare ai milioni dei nostri iscritti che vogliono una Cgil forte e unita”, ha concluso l’esponente dello Spi torinese.
(da rassegna sindacale)