L’INPS, che da sempre rappresenta la più importante infrastruttura sociale del nostro paese, durante la crisi sanitaria ha assunto una importanza ancora più rilevante, in quanto principale soggetto gestore delle misure messe in campo dai Governi per contrastare le ricadute economiche ed occupazionali.

In Piemonte nel 2023 la diminuzione del personale INPS sarà quasi del 40% e le assunzioni ad oggi previste sono assolutamente insufficienti. La forte carenza di personale, l’aumento delle tipologie di prestazioni da liquidare, norme incerte e da interpretare, la mancanza di formazione dei lavoratori, stanno determinando un peggioramento del livello di servizi offerti ai cittadini: due facce di una stessa medaglia. La crisi economica ed energetica sta determinando la crescita del bisogno di protezione sociale e i cittadini sono costretti a lunghe attese e spesso a subire errori, che riguardano tutte le tipologie di prestazione: previdenziali, di sostegno al reddito e sanitarie. Una situazione che genera forte incertezza in chi si rivolge all’istituto e che ancora una volta colpisce le fasce più deboli della popolazione. Aumentano gli errori e aumenta poi il contenzioso amministrativo e giudiziario, con un incremento dei costi per la collettività. E così i cittadini pagano due volte.

Il Piemonte rischia di pagare un prezzo molto alto e oggi anche la direzione regionale dell’Inps, in presenza della delegazione ricevuta durante il presidio, ammette l’esistenza di un problema di organico e la necessità di un numero di assunzioni maggiore rispetto a quelle previste.

“Siamo soddisfatti della riuscita del presidio – dichiara Stefania Pugliese Segretaria Regionale della CGIL Piemonte – oggi abbiamo aperto un percorso di mobilitazione importante, richiamando l’Inps e le istituzioni, alle loro responsabilità. Alla Regione Piemonte chiediamo di affrontare la grave situazione che riguarda le pratiche di invalidità civile. I tempi di attesa che, in alcuni territori arrivano anche a 10 mesi, sono insostenibili”.

La vertenza Inps Piemonte, si inserisce nella mobilitazione indetta da Cgil e Uil su tutto il territorio nazionale. Cgil Torino ha dato una grande mano per far riuscire il presidio e lo sciopero con la stragrande maggioranza delle persone arrivate in via Arcivescovado 9 provenienti dalle nostre 27 leghe della provincia torinese.

Il 15 dicembre in Piemonte si sciopererà contro una manovra di governo iniqua e sbagliata che colpisce i più poveri e le fasce di popolazione più deboli, non modifica la Legge Fornero e taglia la rivalutazione delle pensioni. Una manovra che, tra le altre cose, non stanzia adeguate risorse per l’occupazione pubblica continuando così l’opera di destrutturazione delle funzioni pubbliche.

Per Pugliese “è invece urgente agire per rendere complessivamente la pubblica amministrazione in grado di rispondere ai nuovi bisogni della nostra comunità. L’Inps è un nodo fondamentale di questa rete, di governo e di protezione pubblica. Per questo, servono più assunzioni, serve più formazione, servono soluzioni organizzative serie che diano risposte vere alla cittadinanza.”


👉 Dal 2019 al 2023 l’organico Inps del Piemonte diminuirà quasi del 40%:
– nel 2019 l’INPS in Piemonte infatti contava 1.643 dipendenti;
– nel 2023 le/i dipendenti INPS in Piemonte diminuiranno fino a diventare poco più di 1.000;
– circa 600 sono le lavoratrici/lavoratori INPS in meno rispetto al 2019;
– le 287 assunzioni previste per il 2023 sono del tutto insufficienti.
📉 Questo comporterà un peggioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini già oggi costretti a lunghe attese, con l’aumento dei contenziosi e dei ricorsi, i ritardi nel riconoscimento e nella liquidazione delle prestazioni.
✅ L’INPS, da sempre la più importante infrastruttura sociale del nostro Paese, oggi, con la crescita del bisogno di protezione sociale, assume una importanza ancora più rilevante in quanto principale soggetto gestore delle misure messe in campo dai governi per contrastare le ricadute economiche ed occupazionali.
🚨L’aumento delle tipologie di prestazioni da liquidare, spesso accompagnate da norme incerte e da interpretare, insieme alla costante e preoccupante contrazione del personale, sta determinando, anche in Piemonte, un peggioramento del livello di servizi offerti ai cittadini e un peggioramento delle condizioni di lavoro delle/dei dipendenti dell’Istituto.
⚠️ Sono sempre più consueti, infatti, ritardi ed errori nell’erogazione delle prestazioni con un notevole aumento di ricorsi amministrativi e giudiziari, i cui costi si scaricano sulla collettività.