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Nell’ambito dell’iniziativa il dipartimento Benessere e Diritti dello SPI ha organizzato anche un progetto gastronomico intitolato “𝐂𝐮𝐜𝐢𝐧𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨” coordinato dalla chef Maria Zingarelli a cui hanno partecipato giovani e donne del territorio di varie origini e che hanno preparato alcune degustazioni delle ricette del libro e di piatti etnici proposti dal gruppo di progetto.
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«Il cibo è centrale sotto moltissimi punti di vista – ha detto l’assessore Rosatelli – ed è un tema molto politico da trattare e attraversa molti piani. Questa amministrazione vuole trattarli tutti. Il cibo è veicolo di collegamento e trasmissione di saperi e culture ed è anche uno straordinario strumento di unione intergenerazionale. Dobbiamo difendere un certo modello di fruizione del cibo che ha a che fare con il modello di città e governo del territorio che vogliamo. Ma il cibo ha anche a che fare con l’economia e con il modello economico che si persegue perché tratta del rispetto dei diritti, dell’ambiente e dei lavoratori».
Elena Petrosino ha ricordato che «Da tanti anni discutiamo all’interno della Camera del lavoro di Torino e con lo Spi del fatto che le leghe rappresentano al meglio il contatto con il territorio e l’iniziativa di oggi significa esattamente questo. Come con il progetto delle Controfavole, anche la presentazione di questo libro e soprattutto l’iniziativa di far cucinare le donne straniere e migranti fa parte della fondamentale tematica che concerne l’accoglienza. E questo si lega con la necessità di una nuova legge sulla cittadinanza perché quella vigente è vecchia di 30 anni e grida vendetta soprattutto nei confronti dei giovani nati in Italia da cittadini stranieri che fino ai 18 anni non possono avere la cittadinanza italiana».