Autore: spitorino

Allarme povertà: dai dati Istat la drammaticità della situazione in cui si trovano più di 5 milioni di persone

L’ISTAT ha pubblicato i dati sulla povertà in Italia dando un quadro sull’andamento di questo indicatore dal 2005 al 2017 e differenziando tra “povertà assoluta e “povertà relativa”: Le famiglie in “povertà assoluta” sono 1.778.000, cioè il 6,9% di tutte le famiglie italiane, nel 2005 erano 819.000. Se traduciamo questo dato famigliare in numero di persone possiamo vedere che più di 5.000.000 di cittadini si trovano in questa condizione di povertà assoluta, cioè l’8,4% della popolazione (nel 2005 erano 1.911.000). Dall’analisi dei dati emerge che il Mezzogiorno è l’area territoriale più colpita, i giovani sono i più fragili e tra questi poveri i più poveri sono gli stranieri. Come si può evincere la crisi economica, con le pesanti ricadute sul lavoro, ha dilatato la frattura nella distribuzione della ricchezza nel nostro paese; questi dati confermano il grande tema della equa redistribuzione della ricchezza che un Paese produce. Proprio in questi periodi in cui stanno passando messaggi su una riforma fiscale che punta al superamento della proporzionalità delle imposte, sulla possibile “pace fiscale è bene riportare all’attenzione di tutti questi dati che rappresentano un dramma per una parte consistente di persone. La povertà ha un impatto dirompente sulle persone e soprattutto nei nuclei famigliari. Servono intervento a tutto tondo, sul piano economico, sul piano formativo, psicologico e sociali capaci di spezzare la catena del disagio. L’Italia si è finalmente dotata...

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Il conto con lo sconto

Mentre si vuole abolire il tetto ai contanti, la Ue ci ricorda che il nostro Paese è al top per l’Iva non versata. Nelle transazioni tra privati sottratte all’Erario somme per 35 miliardi. In attesa della fattura elettronica… di Giorgio Frasca Polara 25/06/2018 L’Italia è ancora una volta in testa nell’Unione europea per Iva non pagata. Un calcolo del sommerso, cioè della truffa, dà una differenza di 35 miliardi tra imposta dovuta e imposta effettivamente versata. Il confronto tra Italia e gli altri paesi comunitari è stato fatto dalla Commissione europea che segnala anche una modesta riduzione dell’evasione italiana da 40.818 ad, appunto, 35.095 miliardi nell’arco di un quinquennio. Poca cosa, tanto più che la diminuzione non è dovuta ad una resipiscenza, come dire “morale”, dei truffatori ma alla adozione di uno strumento – lo split payment – in qualche misura efficace per l’Erario ma più oneroso per le imprese. Si tratta del meccanismo per cui è direttamente la pubblica amministrazione a versare l’Iva nelle operazioni con i fornitori privati. Ma resta il nodo delle operazioni da privato a privato: mercati, commercio minuto, ristorazione, caffetterie, ecc. Più efficace potrebbe rivelarsi l’arrivo (con il 1° gennaio dell’anno prossimo) della fattura elettronica, che supera lo split, che è generalizzata e che è ritenuta arma più efficace anche se con un limite rilevato dal Sole24Ore: l’omessa fatturazione, soprattutto se riguarda l’intero ciclo,...

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