COORDINAMENTO DONNE SPI CGIL 5/7/2022

ALPIGNANO – Relazione della segretaria Lucia Centillo

Il coordinamento donne odierno si svolge ad Alpignano, nell’ambito della festa della CGIL della zona Ovest, presso il circolo Bonadies, nella cui fondazione siamo presenti come SPI CGIL Torino.
Sebbene l’attualità ci porterebbe a discutere approfonditamente delle tante situazioni che stanno pesantemente condizionando la nostra vita, mi limiterò a fornire alcuni spunti per la discussione in modo da favorire la massima partecipazione al dibattito che dovrà concludersi in tempo perchè alle 18 si avvierà l’incontro “libere di decidere: percorsi di uscita dalla violenza” che vedrà la partecipazione di due delle nostre ospiti di oggi:

Mina Cilloni, responsabile del coordinamento donne e segretaria dello SPI nazionale
Elena Petrosino, della segreteria della CdlM di Torino

Partecipa ai nostri lavori Assunta De Caro, della segreteria regionale SPI e responsabile del coordinamento donne SPI Piemonte.
Uno spazio particolare vorrei dedicarlo alla compagna Annamaria Odenato, del coordinamento donne della lega 9 di Torino, che ha vinto il Premio nazionale Guido Rossa, organizzato da Liberetà, con il suo racconto “Le ragazze di vetro”. Ad Annamaria vanno nuovamente le mie congratulazioni e tutto l’apprezzamento per il lavoro che svolge quotidianamente in lega e per il coordinamento donne: vorrei che la sua bella esperienza, raccontata in questa sede, sia di monito per le tante di noi che hanno molto da raccontare e da condividere e che, per varie ragioni, non sempre lo fanno. Quindi, permettetemi questa esortazione al coraggio e, per certi versi, ad una forma di generosità che vada oltre la disponibilità ordinaria al “FARE” e che ci veda metterci in gioco superando quell’insicurezza, quella timidezza, quelle difficoltà che a volte ci bloccano nell’esprimere al meglio le nostre potenzialità e ad assumere ruoli di responsabilità.

Parto proprio da questo aspetto per sottolineare la fase congressuale che abbiamo avviato e che oggi voglio richiamare non tanto nelle regole e nei documenti che discuteremo nelle sedi deputate, quanto nello spirito costruttivo di un percorso che segnerà la nostra storia nei prossimi anni e che deve avere nel protagonismo femminile una caratterizzazione fondamentale per l’intera organizzazione: nel dibattito, nelle elaborazioni, nella contrattazione, nelle leaderships, nella governance, nella costituzione dei gruppi dirigenti, a cominciare dalle leghe dove la costituzione dei coordinamenti donne dovrà essere una priorità.

Dalle assemblee precongressuali in poi, la partecipazione delle donne sia sul piano dialettico che programmatico, dovrà assumere un valore strategico e le prime a fare questa operazione dobbiamo essere noi con la consapevolezza del nostro ruolo e delle potenzialità che esprimiamo. L’esortazione è quindi quella di essere disponibili a candidarsi negli organismi dirigenti e nelle cariche apicali in presenza delle condizioni utili a realizzare questi obiettivi.

Il percorso congressuale sarà piuttosto lungo ed articolato: la sfida è quella di renderlo funzionale al raggiungimento della tutela dei diritti, e dell’interesse generale, sapendo che i diritti civili, i diritti sociali ed i diritti del lavoro non possono essere disgiunti, peraltro in un contesto di globalizzazione e con in corso un diverso riequilibrio dei poteri tra nazioni e tra culture, con violazione dei diritti umani e dalle libertà, in primis per le donne sottoposte a forme di emarginazione, sfruttamento e violenza.
Stiamo affrontando questioni di portata storica che non hanno facili e immediate soluzioni: la pandemia, la guerra, la siccità, il cambiamento climatico, la recessione, l’inflazione, la crisi energetica, gli attacchi ai diritti…
Tutto ciò non ha un approccio neutro ed è importante leggere la realtà con l’ottica di genere perché le donne rischiano di essere particolarmente colpite nella logica transnazionale che persegue la triade valoriale “Dio, Patria e Famiglia”, tanto cara anche ad esponenti “nostrani”..

La polarizzazione dei campi e dei concetti, la violenza verbale, la semplificazione mistificante che nega e cancella diritti, tocca le donne in modo violento, relegandole a luoghi e ad anni bui che non possono essere accettati anche quando sembra riguardino ambiti e luoghi lontani da noi.
Penso a quanto sta succedendo in America, dove in pochi anni siamo passati dal movimento ME TOO per la piena liberazione dalle molestie e dallo sfruttamento del corpo, alla cancellazione del diritto federale per l’aborto con l’abolizione della sentenza della Corte Costituzionale del 1973.

Il dramma americano che già ha visto in molti stati il ripristino di condizioni medioevali per i diritti (si alla pena di morte, no all’autodeterminazione delle donne) rischia di essere solo l’avvio di un processo regressivo che riguarderà altri ambiti (anticoncezionali, unioni omosessuali) e che è già diffuso in vari paesi europei (Polonia ed Ungheria) ed in altri stati (Russia, Turchia, Iran ecc).

Non possiamo arretrare!

Mentre il mondo democratico è scosso da questi avvenimenti liberticidi, dalla guerra, dagli stupri, dalle povertà e dalle disuguaglianze, anche il fronte locale risente e rispecchia le stesse contraddizioni.

Penso agli attacchi alla legge 194/78 messi in campo nella nostra regione e nella nostra città.

Attacchi che poi non sono tanto striscianti quanto evidenti: in nome del pieno rispetto della legge 194 si favoriscono attraverso le istituzioni e con soldi pubblici le associazioni antiabortiste consentendone la presenza nei consultori, si subiscono in nome della libertà di espressione i manifesti di propaganda contro l’aborto, si stanziano soldi gestiti dalle associazioni per convincere le donne a rinunciare all’interruzione di gravidanza, si riducono i consultori e si consente il dilagare perlopiù opportunistico dell’obiezione di coscienza, si impedisce l’applicazione delle direttive ministeriali per la somministrazione extra-ospedaliera della RU 386…

Noi come donne dello SPI e della CGIL di Torino, promotrici ed aderenti alla rete +di194voci che comprende oltre 60 associazioni, pensiamo che su tutti questi temi non dobbiamo abbassare la guardia e operiamo, insieme ad altre reti regionali per coordinarci e rinforzarci nelle azioni comuni di tipo legale (diffida, ricorsi), nella mobilitazione, nella proposta, nel confronto, creando legami nuovi con altre realtà associative e con culture e generazioni diverse dalle nostre.
La richiesta di consultori per le donne in menopausa è andata oltre i confini unitari di categoria e la partecipazione formale all’osservatorio cittadino per la salute delle donne ci vede protagoniste e promotrici di nuove politiche.
Insieme ai compagni, abbiamo partecipato alle iniziative e alle manifestazioni promosse dal nostro sindacato e da molte associazioni per la promozione dei diritti civili (pride, cittadinanza), per il disarmo, per la pace, per la tutela della salute e per la sanità pubblica.
Liste di attesa, costi privati, rinuncia alla diagnosi e alle cure, mancata integrazione socio-sanitaria, carenza di risposte alle persone on autosufficienti, sono attualmente ancora elementi di contesto che cozzano con l’idea delle riforme previste dal PNRR e da un’adeguata programmazione delle risorse umane.
In tutti i distretti sanitari le nostre leghe sono presenti ai tavoli di confronto e a questo affianchiamo sempre una lettura di genere, sia in relazione alla medicina delle differenze (più semplicemente definita medicina dei generi) sia rispetto ad una contrattazione che non può prescindere dalle diverse condizioni tra uomini e donne in materia di salute, reddito, carichi di lavoro, reti e supporti.
E’ il principio della società della cura che vogliamo applicare attraverso una visione femminista ed inclusiva che trova risposte nell’armonia tra ambiente, salute globale, poteri, ruoli, distribuzione delle risorse, accesso ai poteri.

Siamo dentro i movimenti che a questo si ispirano, ma abbiamo al nostro interno, come SPI CGIL, uno straordinario strumento che è il Dipartimento Benessere e Diritti che opera con questa logica di trasversalità, per costruire la città delle relazioni e per promuovere una condizione fondamentale ora riconosciuta anche dai più moderni teorici, che è la ricerca della felicità come obiettivo personale e di sistema, così come chiediamo che insieme alla valutazione del PIL si considerino realmente i valori dei BES (indicatori di benessere equo e sostenibile) ed il bilancio di genere.

La nostra segretaria nazionale Mina Cilloni, è anche la responsabile del dipartimento benessere e diritti e con lei abbiamo recentemente aderito ad iniziative locali promosse dal nazionale come “Gli alberi che camminano” con la lega centro-est e “Il mondo è servito” con la lega 5 a Vallette, dove abbiamo concretamente lanciato la richiesta del consultorio Spazio Argento per le donne in menopausa e per la riapertura del consultorio nella circoscrizione da tempo chiuso.
Si tratta di iniziative che abbiamo voluto caratterizzare sul territorio rinforzando il protagonismo delle leghe, ma ringraziamo tutti e tutte coloro che hanno attivamente partecipato e che chiedono di replicare queste esperienze caratterizzandole nel loro territorio.

Come nel caso del progetto “Le Controfavole” nato dall’idea del coordinamento donne della Lega  1 centro-est e dal gruppo cultura del coordinamento donne provinciale, che abbiamo sviluppato con la Camera del lavoro nel quartiere Aurora di Torino coinvolgendo le scuole per il contrasto agli stereotipi, per l’antirazzismo e per spiegare ai bambini e alle bambine il sindacato.
Sono i valori dell’antifascismo e dell’uguaglianza che sottendono a tutte le nostre scelte.

Sono le idee e le sensibilità delle compagne dei coordinamenti donne delle leghe e delle straordinarie iniziative messe in campo in modo coordinate con il livello provinciale intorno all’8 marzo e al 25 novembre, in rete con le più interessanti esperienze associative e culturali dei territori e con la forza propulsiva delle nostre donne del gruppo teatro. Purtroppo la pandemia ha interrotto il ciclo dei laboratori teatrali che lo SPI CGIL Torino ha sostenuto da tanti anni e che si era evoluto in senso unitario ed confederale, ma la resilienza del gruppo ci ha permesso di trovare modalità nuove che hanno consentito di non disperderne i valori in attesa di poterli rilanciare, mantenendone la tensione etica che sottende alle nostre azioni.

Mai come in questo momento, infatti, è importante agire in ogni campo tenendo insieme l’etica della responsabilità (ricordate il congresso che aveva come slogan l’etica della solidarietà?) e l’etica dei diritti.

E’ quello che chiediamo al nostro interno, alle istituzioni, all’ampio mondo sociale e soprattutto alla politica affinchè ci siano una visione ed una prospettiva chiara che consentano a questo Paese di non annaspare e di non navigare a vista nei drammi che stiamo vivendo.
L’auspicio è che il congresso, prima delle elezioni politiche, ci porti ad assetti solidi nel momento del voto, ma sappiamo che questi mesi saranno ancora caratterizzati dalle fibrillazioni e dai posizionamenti elettorali che spesso prescindono dall’interesse generale e che generano astensionismo e scarsa partecipazione della cittadinanza.

Noi chiediamo, e la voce delle donne deve essere forte e chiara a tutti i livelli, giustizia sociale, rispetto dei diritti, sostegno al reddito e al potere di acquisto, equità per superare discriminazioni e disuguaglianze, per perseguire la pace, per contrastare i fenomeni di odio e violenza, per rispettare l’ambiente, per promuovere e tutelare la salute, per garantire le libertà.

Vogliamo riforme e risposte ai bisogni della popolazione secondo una logica non burocratica, ispirate all’uguaglianza di fatto e alla progressività che la nostra costituzione richiama e che noi difendiamo nelle nostre azioni e rappresentiamo nelle nostre sedi e nei nostri programmi.
Anche l’erogazione dei servizi che vede molte donne SPI impegnate nell’accoglienza e nell’esercizio di competenza delle prestazioni deve avere questo spirito: il nostro obiettivo è stare vicino alle persone, dare risposte individuali per realizzare al meglio la risposta collettiva e di sistema attraverso la contrattazione.

Le sedi aperte e diffuse capillarmente con una sempre maggiore impostazione di tipo confederale, sono i luoghi dove si avvicinano le persone che non necessariamente hanno condiviso la nostra storia: questi incontri devono diventare l’occasione per costruire nuove relazioni, per fare proselitismo, per raccogliere bisogni e problemi accompagnando chi si rivolge a noi verso la risposta migliore, anche se non tutte le risposte possono essere date da noi.

Il sistema dei servizi, il SIN CGIL, le nostre banche dati ci aiutano, ma sono soprattutto le conoscenze dei fenomeni, i saperi, le relazioni che possono fare la differenza su questioni come la sanità, la previdenza, le povertà, le solitudini, le discriminazioni, la violenza.
Ed è proprio sulla violenza che voglio chiudere la riunione.

Non solo perché come ho detto in apertura oggi il dibattito della festa è dedicato a questo tema, ma perchè il coordinamento donne e lo SPI CGIL nazionale, in collaborazione con l’alta scuola SPI e con l’IRES Bologna, hanno avviato una ricerca attraverso il questionario “le forme di violenza di genere nella popolazione anziana”, che oggi lanciamo a livello provinciale.
Avete ricevuto nei giorni scorsi tutta la documentazione e le informazioni, ma siamo a disposizione per ogni approfondimento e per la compilazione cartacea e on line (anche con wa).

E’ un grande impegno che lo SPI nazionale si chiede e ci chiede, ma è una grandissima opportunità al di là della compilazione dei dati rilevanti che saranno elaborati, per accendere un faro su un fenomeno non completamente riconosciuto e sicuramente sottovalutato come la violenza sulle persone anziane. Sarà anche l’occasione per parlare con uomini e donne, all’interno e all’esterno della nostra organizzazione, per fare un ragionamento sul tema, troppo spesso negato, schernito, rimosso, sminuito, celato.
Un’operazione culturale, non solo statistica.

Un impegno quotidiano e diffuso per dire NO alla violenza, per uscire dal silenzio e dal sommerso in cui molte donne sono relegate.

Alle donne anziane, che spesso nell’immaginario e nella narrazione, perdono ingiustamente il fascino ed il valore rappresentato dalla fase produttiva e riproduttiva della vita, dedico queste poche considerazioni sapendo che il nostro sindacato le vede in tutto il loro valore presente e nella forza della storia che rappresentano.
Buon congresso compagne!!!