Nell’audizione sul salario minimo che si è tenuta ieri presso la Commissione Lavoro della Camera, Cgil, Cisl e Uil hanno illustrato e depositato una memoria unitaria sulle proposte in discussione.

Per la Cgil era presente la segretaria confederale Tania  Scacchetti.

Sul sito della Cgil è a disposizione il testo completo della memoria unitaria:
http://www.cgil.it/audizione-cgil-cisl-uil-su-salario-minimo/

Nella memoria si legge tra l’altro: “….Evidenziamo, inoltre, come la sola definizione di un salario minimo legale orario, se non dovesse riconoscere valore legale ai minimi salariali predisposti dai Contratti nazionali di lavoro, ben difficilmente riuscirebbe agarantire quel “trattamento economico complessivo” che la contrattazione collettiva ha ormai sancito in ogni comparto lavorativo, così come le forti tutele normative da essa garantite.

Infatti, le attuali retribuzioni dei lavoratori italiani non sono costituite meramente dai minimi orari ma sono composte da più voci retributive (Tredicesima e in alcuni casi quattordicesima mensilità, dinamiche retributive dei livelli di inquadramento, maggiorazioni per prestazioni orarie o di altro tipo, ferie, indennità, EDR ed altri voci e premi retributivi settoriali di carattere nazionale) e da ulteriori tutele che risultano essere sostanziali e fondamentali per un dignitoso rapporto di lavoro (riduzioni di orario contrattuali, tutele per malattia, maternità, infortuni superiori a quelle di legge, erogazione di un welfare previdenziale e sanitario diffuso esignificativo).

In sintesi, l’effettiva retribuzione oraria di un lavoratore coperto da Ccnl è ben superiore al semplice minimo tabellare.

Del resto tale riferimento alla retribuzione oraria complessiva determinata dalla contrattazione è utile e necessario che diventi vincolo normativo anche per le gare di appalto al fine di impedire la logica del massimo ribasso e delle pratiche in dumping.

Di conseguenza, riteniamo che per rispettare e consolidare il ruolo salariale svolta dai Sindacati e dalla contrattazione collettiva sia possibile assumere i minimi tabellari dei Ccnl come salario orario minimo per legge, in modo da garantire queste tutele retributiveadeguate e indispensabili.

Cgil, Cisl e Uil sono, inoltre, fortemente preoccupati da probabili effetti collaterali pericolosi che l’introduzione del salario minimo orario legale diverso da quanto predisposto dai Ccnl rischia di comportare.

Esso, infatti, potrebbe favorire una fuoriuscita dall’applicazione dei Ccnl rivelandosi così uno strumento per abbassare salari e tutele delle lavoratrici e dei lavoratori. (…..)”