Dal prossimo primo giugno 5,6 milioni di pensionati – tutti quelli che percepiscono una pensione superiore a tre volte il minimo (1.522 euro lordi al mese) avranno un cedolino più leggero.

Da gennaio infatti è scattato il taglio della rivalutazione degli assegni previdenziali rispetto all’inflazione, per effetto di una misura inserita nella legge di Bilancio.

Sulla pensione di giugno scatterà il conguaglio per recuperare la differenza rispetto alla nuove regole per il trimestre gennaio-marzo; una penalizzazione che fu decisa (insieme al taglio di circa 26mila pensioni d’oro oltre i 100mila euro) per  finanziare il reddito di cittadinanza.

Si colpisce il potere d’acquisto delle pensioni, pensioni non certo d’oro: una pensione di 1.522 euro lordi, infatti, equivale a un netto di circa 1.140 euro.

Dai calcoli della nostra organizzazione, l’operazione costa soli 5,85 euro in un anno a chi prende un assegno netto di 1.268 euro; si sale a 60,84 per assegni da 1.607euro, 161,85 per chi ne prende 1.897, e 200,33 per chi ha una
pensione netta da 2.181 euro.

Il conguaglio di giugno sottrarrà circa 100 milioni.

Questo il commento del nostro Segretario Generale, Ivan Pedretti:

«E un governo di imbroglioni e di illusionisti, ignorano la condizione di 16 milioni di pensionati, e li hanno utilizzati come un bancomat bloccandogli ancora una volta la rivalutazione e chiedendogli indietro un corposo conguaglio,
ovviamente dopo le elezioni europee».

I  sindacati dei pensionati CGIL-CISL-UIL invitano tutti alla manifestazione indetta per il  1° giugno a Roma

Il segretario nazionale dello Spi, Raffaele Atti, spiega perché gli assegni previdenziali saranno più leggeri e come si sta preparando la manifestazione del Primo Giugno a Roma:
https://www.radioarticolo1.it/audio/2019/05/22/40621/taglio-a-sorpresa